Home / Newsletter GLT / FOCUS EDUFIN: ESG IN 8 PUNTI – Seconda puntata
Stefano Dallafina Head of Marketing, Global Inclusion & Diversity Ambassador State Street International Bank GmbH Italia
Riprendiamo quanto pubblicato nella sezione “Focus EDUFIN” del primo numero della Newsletter andando a esplorare altri concetti chiave del mondo ESG. In questa sezione ci focalizzeremo su acronimi, inglesismi, nomi di prodotti ed istituzioni che giocano un ruolo fondamentale nell’applicare la pratica alla teoria quando le case di gestione producono, confezionano e distribuiscono prodotti ESG.
La collaborazione tra SASB e CDSB rafforza il lavoro del Better Alignment Project, progetto biennale nato nell’ambito del Corporate Reporting Dialogue (piattaforma che riunisce CDP, Carbon Disclosure Project – e altre organizzazioni attive sugli standard di reporting) per migliorare l’allineamento nel panorama della disclosure aziendale. Il documento pubblicato è il primo di una serie che CDSB e SASB intendono realizzare nei prossimi anni in base allo sviluppo degli strumenti disponibili e delle pratiche di reportistica.
È un neologismo che indica la strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività o ai propri prodotti.
I Social Bond sono prestiti obbligazionari, finalizzati al sostegno di iniziative di elevato interesse sociale e sono emessi da Banche appartenenti sul territorio. Offrono ai sottoscrittori un rendimento di mercato e prevedono che, con il funding riveniente dai titoli collocati, la banca eroghi somme di denaro a titolo di liberalità o finanziamenti, a condizioni competitive a sostegno di progetti o investimenti per favorire l’innovazione sociale. I Social Bond hanno ricevuto alcuni importanti riconoscimenti tra cui il Premio Nazionale per l’Innovazione 2013 conferito dal Presidente della Repubblica Italiana. Questa tipologia di prodotto incontra il favore dei risparmiatori perché permette di coniugare, nelle scelte di investimento, obiettivi economici individuali (ottenere un’adeguata remunerazione dell’investimento) con quelli valoriali di interesse generale (favorire la realizzazione di iniziative che creano valore per la società). Rappresentano per l’imprenditoria sociale e le organizzazioni non profit uno strumento alternativo di finanziamento e raccolta fondi.
I Green Bond, letteralmente “obbligazioni verdi”, sono titoli obbligazionari emessi da società corporate o enti sovranazionali con lo scopo di utilizzare i fondi raccolti con la vendita degli stessi titoli, per finalità a difesa dell’ambiente e alla riduzione di emissioni di CO2. In sostanza, servono a raccogliere capitali da investire in progetti vantaggiosi dal punto di vista ambientale: centrali eoliche, iniziative legate alla prevenzione e controllo dell’inquinamento, all’utilizzo sostenibile dell’acqua o all’edilizia eco-compatibile, per citare qualche esempio.
L’impact investing nasce in risposta alla crescente consapevolezza sui temi della sostenibilità e dell’equità sociale, affiancandosi ai modelli tradizionali di investimento e di sviluppo. Gli investimenti di impatto si riferiscono a investimenti “realizzati in società, organizzazioni e fondi con l’intento di generare un impatto sociale o ambientale misurabile e benefico oltre a un ritorno finanziario”. Gli investimenti d’impatto forniscono capitali per affrontare problemi sociali e/o ambientali. Secondo l’ultimo report del Global Impact Investing Network (GIIN), l’ammontare di risorse gestite nel settore a livello mondiale è superiore a 100 miliardi di dollari.
I 17 Sustainable Development Goals compongono la cosiddetta Agenda 2030 e si riferiscono a diversi ambiti dello sviluppo sociale, economico e ambientale, che devono essere considerati in maniera integrata, inclusi i processi che li possono accompagnare, e favorire in maniera sostenibile, inclusa la cooperazione internazionale e il contesto politico e istituzionale, lo sviluppo economico e sociale. Sono presenti come componenti irrinunciabili, numerosi riferimenti al benessere delle persone e a un’equa distribuzione dei benefici dello sviluppo. Ogni goal ha obiettivi specifici da raggiungere da qui al 2030. Concordati dall’ONU sono strettamente correlati tra loro e mirano a risolvere, successivamente all’identificazione di circa 200 target, un’ampia gamma di problematiche riguardanti lo sviluppo economico e sociale: povertà, fame, salute, istruzione, cambiamento climatico, uguaglianza di genere e sociale, acqua, energia, urbanizzazione, ambiente, servizi igienico-sanitari.